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Bombole di ossigeno: conosciamo le caratteristiche di una dotazione di sicurezza obbligatoria negli stabilimenti balneari, per salvare la vita in caso di sindrome da annegamento.
La spiaggia dell’estate 2020 sarà meno libera e più controllata. Accessi a “numero chiuso”, piantane degli ombrelloni distanziate, controlli con droni e vigili tra i bagnanti. Diversi Comuni balneari sono pronti ad attrezzare le spiagge libere per la prossima estate.
Sempre più stabilimenti balneari delle costiere Italiane, hanno scelto di rendere la loro una “spiaggia sicura” dotandosi di strumenti semplici ed efficaci per il benessere dei bagnanti, quali i defibrillatori semiautomatici, in affiancamento a ciò che è già obbligatorio.
In particolare, la pandemia del coronavirus ha posto l’attenzione di tutti su aspetti poco conosciuti nella nostra vita quotidiana ma che, a causa della crisi sanitaria, si sono posti come essenziali, soprattutto in ambito turistico: l’ossigeno.
Ne ha parlato, in un interessante articolo apparso sul portale specializzato Mondo Balneare, il Dr. Stefano Mazzei, fondatore di Salvamento Academy, l’azienda italiana con la più ampia offerta formativa in Italia nel settore sanitario.
“Fortemente raccomandato da molti protocolli internazionali di primo soccorso, l’ossigeno è obbligatorio nelle dotazioni di sicurezza negli stabilimenti balneari.
L’ossigeno è riconosciuto dai maggiori esperti sanitari internazionali come uno tra i più importanti presidi terapeutici supplementari a supporto del soccorritore nella rianimazione cardiopolmonare. Per un soccorritore addestrato, utilizzare ossigeno in caso di necessità su una vittima colpita da deficit respiratorio, patologia da decompressione o sommersione, oppure durante le manovre di rianimazione cardiopolmonare, può rivelarsi decisivo per la sopravvivenza del paziente. Se poi, oltre all’ossigeno, possiamo contare anche sul supporto di un defibrillatore semiautomatico (DAE), la percentuale di sopravvivenza della vittima aumenterà sensibilmente.”
Il Dr. Mazzei si sofferma, inoltre, nel descrivere la differenza tra le diverse bombole di ossigeno che, ricordiamo, avendo funzione terapeutica, è sottoposto a una somministrazione controllata, a controindicazioni e limitazioni, pertanto può essere acquistato esclusivamente tramite ricetta medica presentata alla farmacia.
“Come tutte le attrezzature di primo soccorso“, aggiunge Stefano Mazzei, “esistono bombole di ossigeno con caratteristiche tecniche e costruttive molto differenti tra loro. Attualmente le ordinanze sulla sicurezza balneare, emanate dalle Regioni e/o dalle Capitanerie di porto, prevedono l’obbligo di dotarsi di tre bombolette monouso da un litro oppure in alternativa da una ricaricabile da 3 o 5 litri. Se parliamo di equipaggiamento dell’ossigeno di tipo professionale, il più comunemente utilizzato per il primo soccorso è costituito principalmente da bombole ricaricabili da 2, 3, 5 e 7 litri, con erogatore e flussimetro regolabile integrato. In Italia queste bombole devono essere costruite in acciaio e verniciate di bianco, con un anello sopra l’ogiva riportante la scritta “per uso medico” e l’etichetta adesiva con tutte le indicazioni previste dalla legge, oltre che essere accompagnate dal bugiardino. Il farmaco contenuto in tutte le bombole di ossigeno ha una scadenza fissata a due anni dalla data di produzione. I protocolli internazionali sanitari prevedono l’erogazione dell’ossigeno ad alto flusso indicato in 12/15 litri al minuto, in caso di una vittima da incidente da sommersione (annegamento). La scelta della bombola dovrebbe essere fatta considerando la capacità di contenere una quantità di ossigeno sufficiente a garantire la somministrazione per tutto il tempo necessario che va dall’inizio del soccorso fino all’arrivo del servizio sanitario d’emergenza. Per calcolare quanto approssimativamente durerà una bombola di ossigeno, è sufficiente applicare questa semplice formula matematica: Volume bombola (litri) x Pressione di carica (bar o atm) ÷ Flusso (litri/minuto) = Tempo durata bombola (minuti) Normalmente le bombole ricaricabili vengono riempite a una pressione pari a 200 atm, per cui una bombola con un volume di 5 litri conterrà 5 x 200 = 1000 litri di ossigeno, a differenza di una bombola monouso che può arrivare a contenere 110 litri di ossigeno (circa 10 volte in meno), avendo una capacità massima di un litro e una pressione di ricarica a 110 atmosfere. Ciò significa che con una bombola ricaricabile da 5 litri è possibile garantire l’erogazione di ossigeno a flusso continuo (12/15 litri al minuto) per almeno un’ora di tempo (15 litri al minuto ÷ 1000 litri = 66 minuti).
Mentre se adottiamo lo stesso criterio di calcolo per una bombola monouso, ammesso che riesca a mantenere la stessa quantità di flusso, questa può arrivare a circa 7 minuti di erogazione. Ciò è però parzialmente vero, proprio perché la bombola monouso, al contrario di quella ricaricabile non dispone di un riduttore di pressione regolabile bensì di uno fisso (valvola apri-e-chiudi), ma soprattutto è sprovvista di manometro, uno strumento essenziale per la misurazione della pressione (quantità di ossigeno contenuto). Questo significa che il personale addetto al primo soccorso, oltre a non disporre di una regolazione ottimale del flusso di ossigeno, non può monitorare il gas residuo contenuto all’interno della bombola, con il conseguente pericolo di trovarsi ad affrontare un’emergenza con una bombola di capacità insufficiente o, peggio ancora, completamente vuota.
Per essere precisi, esistono due tipologie di bombole di ossigeno ricaricabili: quelle complete con valvole integrate, manometro, flussimetro e quelle semplici con la sola valvola apri-e-chiudi. Per queste ultime, prima di essere utilizzate, è necessario montare il sistema di erogazione, che deve essere acquistato a parte da fornitori specializzati a prezzi non proprio economici: si tratta di una spesa supplementare a cui nel tempo si aggiunge anche quella per la sua revisione periodica. Senza dubbio il noleggio della bombola completa è di gran lunga la scelta migliore, non solo per l’aspetto economico, ma anche e soprattutto perché l’intero presidio è garantito dal produttore del farmaco, che si fa carico dei collaudi previsti dalla legge, oltre al fatto che il contenitore dell’ossigeno possiede un robusto cappellotto di plastica a protezione del gruppo di valvole in caso di caduta o urti accidentali, un aspetto assolutamente da non sottovalutare per la sicurezza degli operatori e del paziente”.
“Quanto mi costa una bombola ricaricabile?”
“La bombola di ossigeno monouso, in media, ha un costo di circa 50 euro e ne servono almeno tre. In più dobbiamo sommare il prezzo della ricetta medica obbligatoria per l’acquisto, per cui possiamo stimare una spesa tra i 180 e i 200 euro per avere a disposizione 330 litri ossigeno (3×110).
Ma attenzione! Se anche a una di queste bombole viene tolta la protezione di plastica che l’avvolge, essendo sprovvista di manometro deve essere riacquistata, perché viene considerata usata. E se la ricetta medica è stata prescritta da oltre sei mesi, anche questa deve essere rinnovata con un ulteriore aggravio di costi. Ma non finisce qui: l’Istituto Superiore di Sanità, interpellato lo scorso anno, con la nota n. 33261 del 31 ottobre 2019, in riferimento all’utilizzo delle bombole monouso ha dichiarato che «si consiglia la detenzione nel materiale di primo soccorso, di non meno di 5-6 bombole monouso erogatrici di ossigeno» e che «data la varietà di indicazioni in sede di ordinanze delle Capitanerie di porto, si ritiene infine senz’altro necessaria e opportuna una omogeneizzazione e una standardizzazione della normativa in materia di materiale di primo soccorso che gli stabilimenti balneari hanno l’obbligo di detenere». Quindi appare logico aspettarsi una prossima correzione nelle ordinanze balneari, che porterebbe a raddoppiare i costi precedentemente citati”.
Auexde collabora da anni con la Salvamento Academy, per offrire un servizio completo e altamente competitivo in affiancamento alle dotazioni di Defibrillatori semiautomatici e che consiste nella formazione del personale e nella vendita di bombole di ossigeno con soluzioni altamente concorrenziali e, soprattutto, che soddisfi tutti i requisiti richiesti dalle vigente normative.
Perchè rendere sicure le spiagge significa regalare benessere non solo fisico…
Fonte: MondoBalneare.com
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