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Quanto è importante la prevenzione? Quali sono le cause e i sintomi?
Per rispondere a tutti i dubbi in merito ci viene in aiuto l’associazione di promozione sociale Cardiologia Oggi.
Trenta professionisti che operano, per la maggior parte, nella struttura ospedaliera AORN-Ospedale dei Colli, eccellenza sanitaria in Italia.
Attraverso il sito, forniscono quotidianamente un’informazione scientifica professionale dal linguaggio semplice e piacevole.
La Dott.ssa Federica Verrillo, Cardiologo in Formazione, ha affrontato la tematica di quello che è, da sempre, l’evento che provoca più decessi in Italia, descrivendone cause, sintomi e come prevenirlo.
La morte cardiaca improvvisa è un evento fatale, inatteso e non traumatico che si verifica entro un’ora dall’esordio dei sintomi in un soggetto apparentemente sano.
Nonostante i numerosi progressi compiuti nel trattamento delle malattie cardiovascolari, la molteplicità dei fattori che concorre a determinarne la comparsa rende, ancora oggi, la morte cardiaca improvvisa un evento di difficile gestione nella pratica clinica.
Scopriamo quali sono le cause e le misure di prevenzione da adottare.
CAUSE
La patologia più frequentemente responsabile della morte cardiaca improvvisa è la cardiopatia ischemica.
Tuttavia le cause vanno ricercate in base all’età del paziente: nei giovani prevalgono le canalopatie (Sindrome di Brugada ed alterazioni del QT), le cardiomiopatie, le miocarditi e l’abuso di stupefacenti; negli adulti invece risultano più frequenti le coronaropatie, le valvulopatie (stenosi aortica severa, prolasso valvolare mitralico), lo scompenso cardiaco e le aortopatie (aneurisma, coartazione, dissezione aortica).
Non sempre, purtroppo, è possibile determinare la causa con certezza.
La morte cardiaca improvvisa può colpire anche giovani atleti: l’attività fisica ed in particolare l’esercizio intenso possono rappresentare un trigger per la comparsa di aritmie fatali e favorire il peggioramento di patologie cardiache strutturali e genetiche misconosciute. E’ opportuno sottoporre tutte le vittime ad un accurato esame autoptico e, qualora venga identificata una malattia ereditaria nell’individuo deceduto, effettuare uno screening nei familiari.
Dal 1° Luglio 2017, le Società Sportive sono obbligate a dotarsi del Defibrillatore.
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https://www.auexde.com/obbligatorio-lutilizzo-dei-defibrillatori/
SINTOMI
La perdita di coscienza rappresenta il segno principale della morte cardiaca improvvisa.
Talvolta è possibile riscontrare la comparsa di sintomi premonitori quali dolore toracico, sudorazione fredda, nausea e vomito, cardiopalmo, difficoltà respiratorie e agitazione.
Poiché nel 50% dei casi la morte improvvisa si verifica in assenza di cardiopatia nota ma come conseguenza di una cardiopatia ischemica silente, è importante quantificare nella popolazione il rischio cardiovascolare individuale a partire da fattori quali tabagismo, ipertensione arteriosa, dislipidemia e diabete mellito.
Non esistono dunque raccomandazioni specifiche per lo screening della popolazione generale, fatta eccezione per gli atleti che necessitano di controlli più stringenti.
SEGNI CLINICI
Nei pazienti affetti da cardiopatia nota, il principale indicatore di rischio è la frazione di eiezione, parametro in grado di valutare la capacità del cuore di pompare sangue in periferia. Nonostante i limiti legati alla sua quantizzazione e riproducibilità tramite ecocardiografia è questo il parametro utilizzato per porre indicazione all’impianto del defibrillatore nella prevenzione primaria della morte improvvisa.
In alcune patologie specifiche possiamo avvalerci di veri e propri score di rischio come accade nella cardiomiopatia ipertrofica, in cui è possibile calcolare il rischio di morte a 5 anni tenendo conto di alcuni fattori tra i quali l’età, lo spessore massimo della parete ventricolare, la storia familiare, la comparsa di sincope. In tal modo anche in questo caso è possibile porre indicazione all’impianto del defibrillatore.
Nei pazienti con aritmia ventricolare sospetta o documentata che lamentano sintomi quali palpitazioni, presincope o sincope è necessario effettuare innanzitutto un elettrocardiogramma ed un attento esame ecocardiografico, per valutare la funzione ventricolare sinistra e la presenza di alterazioni strutturali cardiache.
Successivamente può essere eseguito un test da sforzo, utile sia nella diagnosi di aritmie ventricolari indotte dall’esercizio, sia nella valutazione della risposta alla terapia farmacologica. Esistono poi esami invasivi come la coronarografia, finalizzata alla diagnosi e al trattamento della patologia coronarica.
La risonanza magnetica cardiaca, infine, sta acquisendo un’importanza sempre maggiore nell’individuazione e caratterizzazione del substrato aritmogeno miocardico, soprattutto nei pazienti in cui gli esami strumentali sopra descritti non risultano risolutivi ai fini della diagnosi. La RMN infatti non solo è in grado di quantificare in modo accurato e riproducibile la funzione biventricolare, ma fornisce informazioni relative alla presenza di anomalie strutturali come l’edema e la fibrosi miocardica.
Successivamente, viene eseguito un elettrocardiogramma in condizioni di riposo ed un Ecg dinamico secondo Holter (monitoraggio del ritmo cardiaco per 24 ore), seguiti da un ecocardiogramma. Di fondamentale importanza è infine l’indagine molecolare mirata e la consulenza genetica nel caso in cui si sospetti una patologia ereditaria.
Terapia farmacologica e dispositivi cardiaci impiantabili
Il trattamento ottimale della patologia di base e dei suoi fattori di rischio rappresenta il cardine della prevenzione della morte improvvisa. La principale classe di farmaci utilizzati a questo scopo è rappresentata dai betabloccanti.
A questi può essere associato l’uso di farmaci antiaritmici, prestando estrema cautela in quanto non scevri da effetti collaterali e controindicati in alcune specifiche patologie.
Oltre alla terapia farmacologica, la prevenzione della morte cardiaca improvvisa si basa sull’uso di dispositivi impiantabili.
Il defibrillatore o ICD viene impiantato per via transvenosa ed i suoi elettrocateteri vengono posizionati nelle cavità destre del cuore con la funzione sia di stimolazione che di defibrillazione.
Questa terapia si è dimostrata efficace nei pazienti ad alto rischio, pur non essendo priva di complicanze (ad esempio aumento del rischio di infezioni ed erogazione di shock inappropriati).
Defibrillatore sottocutaneo: la nuova frontiera
I problemi connessi con l’accesso venoso alle camere cardiache e le complicanze ricorrenti correlate agli elettrocateteri transvenosi hanno portato allo sviluppo di un defibrillatore sottocutaneo, in cui gli elettrocateteri sono appunto impiantati interamente per via sottocutanea.
Questo tipo di dispositivo si è dimostrato efficace nel prevenire la morte improvvisa, abbassando per altro il rischio d’infezione del paziente.
Revisione a cura del: Prof.
Giuseppe Limongelli
Fonte:
https://www.cardiologiaoggi.com/morte-cardiaca-improvvisa-cause-e-misure-di-prevenzione/
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