Il giorno 28 maggio 2021 dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato è stato approvato il disegno di legge 1441 “DISPOSIZIONI IN MATERIA DI UTILIZZO DEI DEFIBRILLATORI SEMIAUTOMATICI E AUTOMATICI IN AMBIENTE EXTRAOSPEDALIERO”.
“Il DDL 1441 introduce diverse misure importanti per rafforzare il primo soccorso in caso di arresto cardiaco extraospedaliero: è previsto uno stanziamento di 10 milioni di euro per la diffusione nei prossimi cinque anni dei defibrillatori semiautomatici e automatici (DAE) in luoghi molto frequentati come: aeroporti, stazioni ferroviarie, porti, scuole di ogni ordine e grado, università e sui mezzi di trasporto (aerei, treni, navi), inoltre l’obbligo dell’introduzione in tutte le scuole dell’insegnamento delle manovre di rianimazione cardiopolmonare e l’obbligo per le società sportive professionistiche e dilettantistiche di dotarsi di DAE.”
Cosa cambia in materia di formazione e tutela nell’intervento?
Ce lo spiega Daniele Scafuri, volontario Croce Rossa Italiana e istruttore BLSD, a cui abbiamo chiesto di darci una testimonianza della sua esperienza.
*Con l’approvazione del DDL 1441 i cittadini non sanitari che non hanno ricevuto ancora una formazione sulle manovre di rianimazione cardiopolmonare sono autorizzati a utilizzare il defibrillatore e a eseguire le manovre di rianimazione guidati dalla centrale operativa 118/112 che ha l’obbligo di fornire le istruzioni telefoniche necessarie per:
- riconoscere l’arresto cardiaco;
- eseguire il massaggio cardiaco;
- utilizzare correttamente il defibrillatore (DAE).
Daniele, cosa ti ha stimolato ad avvicinarti al mondo del volontariato?
“Posso affermare che senza alcun dubbio, il B.L.S.D. mi ha cambiato la vita!
A 18 anni verso la fine del mio quarto anno di liceo scelsi di partecipare per la prima volta a un corso di rianimazione cardiopolmonare (B.L.S.D.), volevo imparare delle manovre che sapevo essere fondamentali per cercare di salvare vite umane. Devo essere sincero, prima di partecipare a questo corso per niente pubblicizzato, avevo molte paure e anche tantissimi dubbi viste le pochissime informazioni in mio possesso. Reputavo questo corso perfetto per un ragazzo curioso, in cerca di stimoli e affascinato dal mondo sanitario e che aveva come obiettivo quello di aiutare il prossimo”.
Quali erano le tue paure?
“Intanto mi domandavo se fossi troppo giovane per affrontare queste tematiche. Di non essere in grado di imparare ed eseguire in modo corretto tutte le manovre che mi avrebbero fatto vedere e provare. Ma soprattutto, l’idea di poter andare in panico durante le esercitazioni e quindi fare brutta figura davanti a tutti.
Ricordo perfettamente anche le tante domande che erano maturate nella mia mente, che poi, da istruttore, ho sentito rivolgermi.
Cosa succede se non so riconoscere un soggetto in arresto cardiaco ed eseguo le manovre? Può farsi male? Prendo la scossa se sbaglio a utilizzare il defibrillatore? Devo decidere io quanta corrente il defibrillatore deve erogare visto che nei film fanno vedere così? Devo imparare a leggere il tracciato dell’elettrocardiogramma?
Alla fine tutti i miei dubbi e i miei timori sono svaniti durante le 5 ore del corso grazie alla professionalità e all’empatia degli istruttori”.
Ti è capitato di mettere in pratica ciò che avevi imparato su un soggetto reale?
“Sì e lo ricordo nei minimi dettagli. Era il 29 settembre del 2014, 5 mesi dopo il corso B.L.S.D.
Durante una manifestazione di piazza a cui stavo partecipando, un uomo di 50 anni andò in arresto cardiaco e senza pensarci su, eseguii le manovre di rianimazione cardiopolmonare utilizzando un defibrillatore semiautomatico che per fortuna era disponibile, salvandogli la vita.
Provai gioia, emozione, soddisfazione ed entusiasmo nell’aver offerto una seconda possibilità a chi non l’avrebbe avuta se non avessi eseguito la sequenza B.L.S.D.
Quell’esperienza vissuta, mi ha stimolato a intraprendere il percorso che mi ha portato a diventare un istruttore B.L.S.D. della Scuola di Formazione del Comitato di Napoli della Croce Rossa Italiana con l’obiettivo di eseguire e diffondere con scienza, professionalità, studio costante, compassione, rispetto ed entusiasmo le semplici manovre di rianimazione cardiopolmonare.
Soltanto 10 sono i minuti che dall’arresto cardiaco portano alla morte cerebrale.
Oggi posso dire di aver salvato non soltanto una vita umana il 29 settembre del 2014 ma indirettamente tante altre, grazie al mio piccolo impegno nel formare centinaia di persone capaci di rianimare con consapevolezza”.
Fonti:
*Sito del Senato della Repubblica,
I.R.C.
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