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Diverse ricerche hanno evidenziato come solo il 6% della popolazione sa cosa sia un arresto cardiaco e appena il 3% interviene in un soccorso spontaneo.
Nasce così la volontà di AUEXDE di creare una nuova rubrica che contribuisca a raggiungere l’obiettivo a cui, da sempre, riserviamo tutte le nostre energie: la CONOSCENZA.
Un appuntamento quindicinale, a cura di Daniele Scafuri, volontario Croce Rossa Italiana e istruttore BLSD che illustrerà, in forma semplice, tutto il mondo della cardioprotezione.
Sfatando falsi miti, svelando curiosità e chiarendo ogni dubbio.
Bastano le leggi per promuovere l’uso del defibrillatore semiautomatico tra i cittadini?
La regolamentazione legislativa relativa all’uso del defibrillatore o DAE, si è stratificata nel corso del tempo.
Le leggi(1) pilastro sono:
- Legge n.120 del 3 aprile 2001, che estende l’uso del defibrillatore semiautomatico esterno DAE anche al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardio-polmonare, il cosiddetto corso B.L.S.D. (Basic Life Support and Defibrillation);
- Il Decreto-legge del 13 settembre 2012 (DECRETO BALDUZZI) definisce quali sono le attività che hanno l’obbligo di tenere nei propri locali un defibrillatore semiautomatico:
società sportive professionistiche;
società sportive dilettantistiche;
Inoltre le Regioni Italiane hanno dato alcuni suggerimenti di installazione e dotazione dei defibrillatori semiautomatici sul territorio.
Nello specifico:
stazioni di polizia, carabinieri, vigili del fuoco, guardia di finanza, corpo forestale, capitanerie di porto, istituti scolastici di ogni ordine e grado, università, farmacie, strutture industriali, stabilimenti balneari, discoteche, teatri, musei, cinema, stadi, uffici, associazioni, centri commerciali e hotel.
In realtà, il DAE dovrebbe essere collocato in tutti i luoghi pubblici, per diventare così “il defibrillatore del cittadino”.
Per usare un defibrillatore semiautomatico, non è necessario essere un professionista sanitario ma è fondamentale conoscere le tecniche per eseguire le manovre di rianimazione cardiopolmonare.
In Italia avvengono più di 70.000 casi di arresto cardiaco all’anno, una media di 200 casi al giorno e di questi circa 60.000 non sopravvivono all’evento.
Più della metà (35.000) potrebbero essere salvate da chiunque avesse partecipato a un corso B.L.S.D. laico della durata di sole 5 ore, sufficienti per dare una speranza a chi sarebbe destinato a morire.
Cosa possiamo fare in più per arginare questa incidenza così elevata di decessi?
Fa riflettere il dato diffuso dall’IRC (2) sulla bassa percentuale dei cittadini che hanno utilizzato il DAE in caso di arresto cardiaco che varia tra lo 0,15% e il 4,3% anche in zone o Paesi dove la disponibilità di questo apparecchio è elevata.
Questo perché, secondo i dati Nazionali, solo il 6%-8% della popolazione generale sa cosa sia un arresto cardiaco, sa quanto sia importante il massaggio cardiaco e l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico.
Secondo uno studio inglese (3), solo il 2% degli intervistati si sono detti disponibili a utilizzare un DAE per la presenza di barriere motivazionali, in particolare:
– la paura di non essere in grado di effettuare le manovre sotto un stress emotivo forte;
– la mancanza di conoscenza dello strumento;
– la non conoscenza del suo funzionamento;
– il timore di causare danni al paziente;
– il timore di causare danni a se stessi;
– il timore di conseguenze penali;
– la diffidenza a soccorrere uno sconosciuto.
Qual è la situazione oggi in Italia?
L’attuale strategia di diffusione dei defibrillatori semiautomatici, in Italia, sta facendo passi da gigante. Il Governo è pronto a rendere ufficiale una legge che ne obbliga l’utilizzo in tutti i luoghi aperti al pubblico, il Ministero dell’Istruzione ha appena stanziato fondi a tutti gli istituti scolastici per l’acquisto di DAE e alcune città metropolitane hanno predisposto fondi destinati a progetti di cardioprotezione.
Sono degli ottimi punti di partenza, ma, per migliorare significativamente il numero dei sopravvissuti a un arresto cardiaco bisogna promuovere la cultura della rianimazione cardiopolmonare agendo principalmente su tre punti fondamentali:
LA SENSIBILIZZAZIONE
L’EDUCAZIONE
LA FORMAZIONE
“Scegliere di informarsi è già aiutare”
FONTI :
- MINISTERO DELLA SALUTE;
- “UN SISTEMA PER SALVARE VITE “ PUBBLICATO DALL’ IRC;
- Lubin j. et al. Anasessment of public attitudes to ward automated external defibrillators. Resuscitation. 2004 jul; 62(1):43-7
La rubrica “Amici del Cuore” è a cura del consulente AUEXDE Daniele Scafuri.
Ventisei anni, da 10 volontario CRI, Istruttore BLSD adulto e pediatrico della scuola di formazione del Comitato di Napoli della Croce Rossa Italiana.
Da due anni referente BLSD per la gestione di corsi rivolti sia al personale sanitario sia alla popolazione.
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